La formazione a distanza in un questionario

Se il nostro centro (di formazione professionale) dovesse prolungare in futuro l’apprendimento online temporaneo, hai delle perplessità?

Con questa domanda si conclude il questionario, che abbiamo erogato online dopo un mese di formazione a distanza, a cui hanno risposto 2740 allievi dei corsi qualifica e diploma professionale dei 13 Centri di FP del CNOS-FAP Piemonte, circa il 78,9% degli iscritti, per conoscere i dati inerenti agli strumenti informatici utilizzati, il tipo di connessione internet a disposizione e le criticità riscontrate dagli allievi in questo nuovo contesto formativo.

“Questo metodo è l’unica alternativa che abbiamo a disposizione, quindi va bene con la speranza che torni presto tutto alla normalità”: scrive un’allieva.

Risposta che in modi differenti si ripete e lascia intendere che i ragazzi sono coscienti di questa situazione e se molti dichiarano (circa del 80%) di non avere alcuna perplessità o problema a proseguire in questo modo, gli stessi ribadiscono che vogliono una “scuola in presenza”.

L’aver scelto un corso di Formazione Professionale, per poter imparare un mestiere grazie alle tante ore di attività in laboratorio e il non poterle svolgere li rende dubbiosi sull’esito della loro preparazione pratica. E questo nonostante che siano stati introdotti i project work in sostituzione dei laboratori e delle attività di stage in azienda.

Quanto sia mancato ai ragazzi il contatto fisico, le dinamiche che ne scaturiscono, le attività extra-formative di cui sono sempre stati i protagonisti sia nell’organizzazione che nella partecipazione, si può riassumere in quest’altra risposta: “No, però mi manca la casa di Valdocco!”

Anche ai formatori sono mancati i ragazzi, la loro presenza fisica. Lo hanno detto, scritto e ripetuto in tutte le occasioni che si sono loro presentate e ne sono testimoni i tanti post pubblicati sui social e gli articoli online. L’aver predisposto i tutorial necessari per l’utilizzo degli strumenti informatici e i materiali didattici caricati sulle piattaforme e, ove necessario, inviati tramite posta elettronica, tenuto video lezioni online, verifiche ed esercitazioni per valutare via via l’apprendimento, (ed è stato necessario tanto lavoro per trasferire la formazione sulla rete), non li soddisfava a sufficienza perché non sapevano come stessero affrontando la situazione i loro allievi: il questionario è stato uno degli strumenti che è servito loro a fornirgli un quadro significativo della situazione.

Ecco il riassunto.

Il 66% ha accesso a più dispositivi informatici, tra cui sempre un pc o un tablet

il 44% ha un solo dispositivo disponibile ed il 16% lo deve condividere, mentre il 26% ha solo uno smartphone.

Il 56% dispone di una stampante.

Il 71% degli allievi dispone di una connessione stabile con traffico dati adeguato, mentre il 29% è nella situazione opposta.

Il 70% dichiara di aver svolto le attività con la presenza di un familiare, il 59% di questi familiari ha buone conoscenze informatiche per poter supportare l’allievo in caso di necessità.

L’80% dichiara di non avere problemi a proseguire le attività formative con la didattica a distanza, ma è molto preoccupato per l’apprendimento delle competenze pratiche che si acquisiscono in laboratorio.

Entriamo un po’ nel dettaglio di questi dati.

Alla prima domanda: “Hai accesso a uno di questi dispositivi a Casa? (e poi l’elenco da iPad a smartphone, a PC con sistema operativo Windows o altro …), i dati fanno emergere un quadro non molto omogeneo e simile a quello che ci è stato presentato dai vari commentatori televisivi o dalle forze politiche al Governo piuttosto che all’opposizione: il 26% possiede solo uno smartphone, che è appena sufficiente per partecipare alle lezioni in sincrono ma non è la situazione ideale per tutto il resto, dall’uso di Google Classroom, alla produzione degli elaborati. Il 44% degli allievi ha un solo “device” in famiglia e il 16% lo condivide con altri familiari. Il 66% degli allievi può utilizzare un dispositivo informatico che sia un pc o un tablet.

Proseguendo nella lettura dei dati possiamo notare che il 44% non dispone di una stampante, mentre del rimanente 56%, sono il 41% degli allievi a poterla utilizzare senza problemi di consumo  di carta ed cartucce o toner.

E nel caso gli allievi dovessero recuperare dispense o altri materiali didattici predisposti dai formatori presso il Centro di Formazione professionale, il 35% dichiara che non avrebbe difficoltà alcune, il 28% invece si trova nella situazione opposta, la rimanenza del 37% risponde che non sa se potrà organizzarsi!

Importante è conoscere il dato sul tipo di connessione disponibile.

Il 71% ha una connessione adeguata ma tra questi solo il 18% illimitata rispetto al consumo dei dati, mentre il 53% dichiara di avere una connessione sufficientemente stabile e con una quantità adeguata di traffico dati.

Il 29% ha una connessione instabile o con traffico dati limitato, il dato comprende il 3% che ha un accesso occasionale (hot spot o wifi pubblico) e lo 0,75%, ossia una ventina di allievi, che dichiarano di “non avere internet”.

Avere un computer ed una connessione adeguata sono le condizioni necessarie poter partecipare alla formazione online e il quadro che ne ricaviamo incrociando i dati non è per niente confortante.

Il 29% non ha una connessione adeguata, (il 16% ha un solo device ed una connessione instabile e con traffico dati limitato e di questi il 4% deve pure condividerlo in famiglia).

Il 14% pur avendo una connessione adeguata possiede solo uno smartphone.

Quindi se sommiamo le percentuali di chi non ha una connessione adeguata (29%) e chi pur avendola possiede solo uno smartphone (14%), si ottiene che il 43% degli allievi non è nelle condizioni di partecipare alle attività di formazione a distanza.

Questo significa che quasi la metà della popolazione dei nostri allievi continuerà ad avere serie difficoltà ad accedere ad un diritto quale è l’istruzione e che dovrà intervenire lo Stato Italiano per mettere tutti nelle condizioni adeguate.

Nonostante questo i ragazzi sono riusciti a concludere l’anno in modo positivo, almeno la stragrande maggioranza.

La possibilità di connessione alla rete è l’aspetto che lascia aperti diversi interrogativi in vista di periodi medio lunghi di formazione a distanza, dove la qualità e la sostenibilità dei costi saranno anch’essi un importante fattore discriminante.

Insomma occorre un pc “desktop” o almeno un tablet ed una connessione ad internet “robusta”, che non gravi ulteriormente sull’economia delle famiglie data la crisi attuale, in vista della ripresa del 14 settembre.

Un aspetto che abbiamo censito, legato anche al nostro stile di coinvolgimento della famiglia durante il percorso formativo, riguarda la presenza di uno dei genitori o di un familiare durante la formazione online. Qui il dato mostra che solo il 29% degli allievi è da solo in casa, mentre tutto il resto ha vissuto e studiato in questo periodo con la presenza almeno di un genitore e che in prospettiva potrà essere assistito da un familiare o da una persona più adulta: oltre il 70%. E che il 59% ha buone conoscenze nell’uso di internet e del suo funzionamento in grado di intervenire in caso di necessità anche di tipo tecnologico.

Questa indagine fatta nella prima settimana di maggio, nel bel mezzo delle attività a distanza, si è rivelata utile e ci ha permesso di perfezionare il servizio messo in piedi in breve tempo. Era necessario fare presto per riprendere il contatto con gli allievi che si era “fisicamente” interrotto ormai dalle vacanze di carnevale, prolungate per via dell’inizio della pandemia, ma che ogni CFP ha saputo mantenere con tutti gli strumenti a disposizione, dal telefono alle e-mail o all’utilizzo dei social.

La D.A.D. (Didattica A Distanza) potrà essere solo un supporto ad integrazione del servizio erogato in presenza: era un’idea cha avevamo già e la lettura dei dati ce l’ha confermato. Non potrà mai sostituire le dinamiche di gruppo ed educative che scaturiscono nello stare insieme. Ma soprattutto non potrà sostituire le attività laboratoriali dei mestieri che fanno parte dell’offerta formativa dell’Associazione CNOS-FAP e di tutte le Istituzioni formative che svolgono questo tipo di servizio.

Associazione la nostra, che sta vivendo i giorni del suo “42esimo” anniversario in proiezione al nuovo anno formativo, da quel 28 giugno 1978 in cui è stato sottoscritto l’atto notarile di costituzione.  E proprio in questi giorni sono in corso le verifiche sulle strutture ed ove sarà necessario saranno avviati i lavori per consentire la ripresa a settembre con tutti gli allievi secondo le modalità contenute nel “Decreto Scuola” emanato dal Governo Italiano.

Le Direzioni, coordinate dal Direttore Generale e dal suo staff, si stanno preoccupando in particolare di verificare che negli ambienti ci siano condizioni tali da permettere lo svolgimento in sicurezza di tutte le attività formative, mentre le officine e i laboratori sono già in grado di consentire la ripresa perché le postazioni di lavoro hanno già i requisiti richiesti.

Il 14 di settembre si riparte e il CNOS-FAP ci sarà.

Saranno le Segreteria ad inviare la comunicazione a tutti gli iscritti con la data ufficiale di avvio dei corsi e sarà la data di un nuovo inizio: sicuramente niente sarà come prima, ma tutto sarà ancora!

In questi giorni si sono svolti gli esami dei 60 corsi che hanno visto coinvolti 1200 ragazzi: obiettivo conseguimento della qualifica triennale e il diploma professionale.

Molti hanno già accordi con le aziende per svolgere il tirocinio estivo e recuperare le ore di stage curriculare non svolte a causa della pandemia, altri addirittura avranno la possibilità di essere assunti già al termine del percorso formativo.

Molti allievi parteciperanno ai percorsi LARSA per il recupero delle competenze tecnico-professionali

Settembre segnerà una nuova vera e propria ripartenza: partiranno infatti i percorsi relativi ai nuovi profili di qualifica e di diploma professionale di IeFP approvati ad Agosto 2019. Il nuovo repertorio, elaborato e validato congiuntamente dal Ministero della Pubblica Istruzione e dal Ministero del Lavoro, ha causato un profondo rinnovamento dei progetti sul piano delle competenze e delle abilità al fine di mantenere un sistema di formazione in linea con lo sviluppo tecnologico.

Nuove qualifiche e nuovi diplomi quindi all’insegna della “storica” ed attualissima mission salesiana: educare alla vita insegnando ai giovani un mestiere.